La scuola di Atene

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venerdì 11 settembre 2015

L'AMOR CORTESE

LA LETTERATURA DELLE ORIGINI
http://online.scuola.zanichelli.it/letterautori/files/2012/05/LetterAutori_Letteratura-origini.pdf


LANCILLOTTO E GINEVRA

LA POESIA PROVENZALE Perché la poesia medievale parla d'amore?
a) L'amore, esaminato in tutte le sue sfaccettature (innamoramento, tradimento, nostalgia, discidium), sin dai tempi di Omero, Saffo e Catullo è stato oggetto del canto poetico.
      La poesia, poi, è l'espressione del sentimento, dell'indagine interiore e il sentimento d'amore, in tutte le sue sfumature, è quello che consente alla dimensione soggettiva di emergere più chiaramente.
b) L'amore inoltre,, nella cornice di inaccessibili castelli, rappresenta la dimensione del sogno, un rifugio necessario a trovare riparo rispetto a una realtà inappagante, fatta di guerra e povertà per i cavalieri.
d) Il servitium amoris è la maniera più semplice  ed esemplificativa per parlare dell'organizzazione dei rapporti interpersonali in età feudale: fedeltà, abnegazione nel servizio, desiderio di ricompensa sono le tappe amorose, e nello stesso tempo sociali, che il cavaliere deve affrontare per ottenere considerazione.


L’AMOR CORTESE
La donna è un essere sublime e irraggiungibile, degno di venerazione.
L’uomo si pone in atteggiamento d’inferiorità rispetto alla donna amata,
presentandosi come suo umile servitore;
la sua sottomissione e obbedienza sono totali (servitium amoris).



Amor cortese e società feudale 

L’amor cortese è la trascrizione metaforica dell’omaggio feudale.
Viene riprodotto perfino il linguaggio:
il trovatore si rivolge all’amata con l’appellativo di midons
derivato da meus dominus, mio signore.
All'immagine della donna creata dalla Chiesa,
(donna-danno, secondo una tradizione misogina
già viva nella cultura giudaica e in quella greco-romana
e che aveva nella triade Eva, Pandora a Elena
un’incarnazione dimostrativa) 
subentra quella creata dall'aristocrazia cavalleresca
e il rapporto d'amore si modella su quello vassallatico.




In bene avanzo ogni giorno e m’affino
perché servo ed onoro la più bella
del mondo (…).
Tanto l’amo di cuore e la desidero,
che per troppo desìo temo di perderla,
se perdere si può per molto amare. (…)
Ma per l’affanno ch’io soffro
dall’amarla non mi distolgo,
bench’ella mi costringa a solitudine.
    Arnaut Daniel


- Nella sua totale devozione, l’amante chiede in cambio dei suoi servigi un privilegium, un beneficium (un saluto, uno sguardo).
- L’amore è perpetuamente inappagato (anche perché spesso la dama è coniugata).
- Non si tratta di un amore spirituale, ma sensuale.
- L’amore è irraggiungibilela sua impossibilità genera sofferenza, tormento perpetuo, ma anche gioia, e pienezza vitale.
-  Si tratta di un amore adultero.
Come teorizza Andrea Cappellano nel De amore, nel rapporto coniugale non può esistere amore sincero.
Il matrimonio è un puro e semplice contratto stipulato per mere ragioni patrimoniali e dinastiche, in cui il sentimento non ha parte alcuna.
Il carattere adultero dell’amore esige il segreto, che tuteli l’onore della donna, mai nominata direttamente dai poeti: al suo nome si allude solo con pseudonimi (senhal), per timore dei "malparlieri”.



Le radici sociali dell’amor cortese,
che implica una rivalutazione della figura femminile,
va cercata nell’ansia di riscatto sociale
e di integrazione dei cavalieri poveri.
Estromessi dall’asse ereditario perché cadetti,
impoveriti per mancanza di guerre
in un periodo di rafforzamento
del potere centrale della monarchia francese,
i cavalieri vivono il passaggio dall’etica feudale della guerra
a quella dell’amore,
con il conseguente cambiamento del codice dei valori:
non solo ardimento e prodezza nelle armi,
ma qualità morali e nobiltà d’animo ora decretano il successo.


Il carattere personale delle virtù cortesi non è semplicemente dato per natura
e neanche acquisito semplicemente con la nascita,
(...)
adesso oltre alla nascita è necessaria anche l'educazione per innestarle

e l'esercizio continuo e volontario per affermarle.

E. Auerbach, Mimesis



   Il cavaliere cerca protezione e prestigio nella corte
cantando l’amore per la dama,
spesso sola a corte per l’assenza del castellano,
impegnato in guerre lontane,
e perciò detentrice di un ruolo di guida nel feudo.
Si rinnova il ruolo del  cavaliere
che diventa cortese - impegnato alla conquista della donna amata
e spinto all’azione da moventi individuali - e anche poeta. 
Il cavaliere-poeta sostituisce il poeta-chierico,
come i temi amorosi si sovrappongono a quelli religiosi.



 Si verificano una laicizzazione dei temi e una sacralizzazione dell’amore
 che diventa una religione, con i suoi riti:
la donna è un’icona sacra verso cui il cavaliere innamorato si genuflette,
pronto a immolarsi fino al sacrificio di sé; Lancillotto ne è un esempio.
 Risulta evidente la discrasia tra la dimensione sacra del teocentrismo medievale
e i temi profani della poesia erotica cortese.
Si tratta di un contrasto che presto esploderà
dando vita a nuove forme poetiche (lo Stilnovo).







I comandamenti dell'amore

Ricordati di evitare soprattutto le menzogne.
Nel dare e nel ricevere piaceri d'amore
mai deve mancare il senso del pudore.
Sii sempre cortese e civile.
Nei piaceri d'amore non sopraffare mai la volontà dell'amante.

A. Cappellano, De amore



LA CORTESIA
http://www.letteratura.rai.it/articoli/cavalleria-la-cultura-cortese/1103/default.aspx


Ho il cuore così pieno di gioia
che tutto mi disnatura;
fiore bianco, vermiglio e giallo
mi pare la gelata,
e col vento e con la pioggia
cresce la mia felicità:
così il mio pregio sale e cresce
 e il mio canto è migliore;
tanto amore ho nel cuore
tanta gioia e dolcezza,
che il gelo mi sembra fiore
e la neve verzura.
(Beranrt de Ventadorn, in Poesia dell'età cortese, Nuova Accademia , Milano)


La poesia cortese e cavalleresca non ha scoperto l’amore, ma gli ha dato un nuovo significato. [...]
Ciò che contraddistingue la poesia cavalleresca nei confronti dell’antichità e dell’alto Medioevo è soprattutto il fatto che l’amore, per quanto spiritualizzato, conserva il suo carattere sensuale ed erotico; e proprio in quanto tale opera la rinascita della personalità morale.
Nuovo, nella poesia cavalleresca, è il culto consapevole dell’amore, il senso che l’amore va protetto e alimentato; nuova è la credenza che l’amore sia la fonte di ogni bontà e bellezza e che ogni atto turpe, ogni bassa inclinazione sia un tradimento verso l’amata. Nuovo è l’intimo e dolce affetto, la pia devozione, che l’amante prova in ogni pensiero per la sua donna; nuova l’infinita, inappagata e inappagabile, perché illimitata, sete d’amore. Nuova è la felicità dell’amore, che è indipendente dalla soddisfazione del desiderio e resta suprema beatitudine anche nel più duro insuccesso. Nuovo infine è l’intenerimento e la femminilizzazione dell’uomo innamorato. Già il fatto che l’uomo faccia la parte del corteggiatore capovolge il primitivo rapporto fra i sessi. Le età arcaiche ed eroiche, in cui bottini di schiave e ratti di fanciulle sono all’ordine del giorno, ignorano il corteggiamento. 

Arnold Hauser L’amor cortese: dame e cavalieri da Storia Sociale dell’arte, vol. I, Einaudi, Torino, 1971





La teoria e la pratica dell'amor cortese ebbero il merito di contribuire a dirozzare il comportamento maschile, fondando un modello di rapporto fra sesso maschile e femminile (per esempio il corteggiamento), che è arrivato fino ad oggi.





VITA DA STREGA!



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