La scuola di Atene

La scuola di Atene

SAPER SCRIVERE

LE REGOLE PER SAPER SCRIVERE: I CONSIGLI DI CLAUDIO GIUNTA
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2018/01/28/il-bello-scrivere-imparalo-da-borg47.html

http://www.leparoleelecose.it/?p=31023#comment-369628

LE REGOLE PER PARLARE BENE: I CONSIGLI DI UMBERTO ECO
http://www.italianalingua.it/?page=umberto-eco-40-regole-per-parlare-bene-l-italiano

ALCUNI CONSIGLI PER SCRIVERE BENE: IL PARERE DI GIANRICO CAROFIGLIO
https://scuola.repubblica.it/blog/video/carofiglio-lezioni-di-scrittura/?video_rep_id=260083

OTTO IDEE SULLA SCRITTUURA: LE PROPOSTE DI CECHOV
https://ilmiolibro.kataweb.it/articolo/scrivere/11234/cechov-otto-idee-sulla-scrittura/

RAYMOND CARVER: CONSIGLI DI SCRITTURA
https://ilmiolibro.kataweb.it/articolo/scrivere/11230/niente-trucchi-da-quattro-soldi-i-consigli-di-raymond-carver-sulla-scrittura/

IL VALORE DEL RIASSUNTO COME "ATTO CRITICO"
http://www.doppiozero.com/materiali/sala-insegnanti/poche-chiacchiere

IL TEMA
ELEMENTI DI BASE
- Introduzione (inquadrare l'ergomento nei suoi aspetti generali);
- svolgimento (discutere della questione posta dalla traccia esponendone i vari aspetti e assumendo, se possibile, una posizione, una tesi);
- conclusione (tirare le somme del ragionamento condotto, ricorrendo anche a qualche citazione o frase ad effetto che sintetizzi la tesi sostenuta).

FASI DI LAVORO
- Progettazione (leggere la traccia e comprendere l'argomento da affrontare in modo pertinente; mettere a fuoco i vari punti richiesti nella traccia che può essere articolata in diverse richieste di riflessione; raccogliere e ordinare le idee anche stilando una scaletta, passando da una lista disordinata di idee, informazioni, osservazioni, a una organizzazione logica di concetti secondo relazioni logiche che tengano conto, nella presentazione dei fatti, di cause, conseguenze, vantaggi, svantaggi, possibili soluzioni o rischi ipotizzabili).
- Stesura (scrivere i contenuti in modo coeso e coerente, consequenziale).
- Revisione (rileggere e correggere il tema).

LA BREVITA’ E’ UNA VIRTU’
La brevità è una virtù (e il controllo finale di un testo, aggiungiamo, deve diventare un vizio). La brevità è un punto di arrivo e spieghiamo perché.
A scuola, ci hanno sempre detto che più si scrive meglio è (“Almeno quattro facciate di foglio protocollo, senza piegarlo in due!”). E così, giù a sbrodolare considerazioni e idee che si aggrovigliano sempre di più.
La brevità è, in realtà, il risultato di un lungo lavoro e di molte revisioni. Ma è un lavoro che è necessario fare, se si vuole comunicare bene quello che si ha nella testa. I temi lunghi, le frasi contorte, le mille citazioni, l’aggettivo ricercato, le frasi costruite scientificamente non aumentano di un grammo il peso e l’importanza del testo, anzi, rischiano di svilire il contenuto. Bisogna preferire le parole e le frasi brevi a quelle più lunghe, e non usare le parole e le frasi inutili.
La concisione è sempre una qualità positiva. I discorsi concisi si leggono meglio, sono più incisivi e facili da ricordare. 
Attenzione, la brevità a tutti i costi non va bene: può compromettere la chiarezza e la completezza del discorso. Se una ripetizione o un ampliamento sono utili alla comprensione del discorso o hanno un significato particolare vanno inseriti liberamente nel testo. L’accoppiata vincente è questa: brevità più chiarezza. Un testo breve ma pesante e incomprensibile non serve a nessuno, ancor meno di un testo
chiaro, ma lunghissimo.
Ma la brevità non è un valore in sé. Altrimenti tutti i testi corti sarebbero buoni. E' solo uno dei modi per scrivere testi comunicativi, chiari ed efficaci. Quando scriviamo in Internet, per fare un esempio, sappiamo di lottare per ottenere l’attenzione del lettore. Una lotta spietata, fatta di 10/15 secondi al massimo: o ce la facciamo o perdiamo il lettore per sempre.
Semplicità e chiarezza. Se la brevità è un punto di arrivo, la prolissità è propria della prima stesura del testo. La prolissità, in fondo, deriva dall’inseguire le idee, dal desiderio di fissarle subito sulla carta, così come vengono, senza perdere il filo. Una volta terminata la prima stesura, però, bisogna mettere ordine, valutare le nostre parole ed essere impietosi nel tagliare l’inutile.
Rileggere subito il testo: se voi stessi perdete il filo o arrivate alla fine di un periodo col fiato corto, c’è qualcosa che non scorre. Un accorgimento: di solito, le frasi o i periodi che ci sono sembrati più faticosi a scrivere, nascondono i passaggi più contorti e, forse, da cambiare. 
Qualche consiglio.
Attenzione alle ripetizioni, non tanto e non solo delle singole parole, ma soprattutto di concetti o contenuti. E alle ridondanze, ovvero quando uno è di troppo: il risultato finale (il risultato arriva sicuramente alla fine), di colore verde (il verde non può essere che un colore), nuovo progetto-pilota (se è un progetto-pilota è per forza nuovo), la fonte originale (la fonte è l’origine, quindi originale),
esigenze specifiche (le esigenze sono riferite a quella specifica persona o cosa).

IL CONTROLLO DEVE DIVENTARE UN VIZIO
“Avete riletto bene?” L’insegnante, durante la correzione, prima di arrivare al cuore alle argomentazioni espresse, attraversa i terreni minati della sintassi e della ortografia, della punteggiatura, del lessico.
Attraversa, insomma, tutta la struttura delle frasi, poi finalmente arriva all’argomento trattato, alla
completezza delle informazioni, all’efficacia dell’esposizione, all’originalità.
Se la brevità, come abbiamo visto prima, è una virtù, il controllo finale deve diventare un vizio, un’abitudine, un’operazione irrinunciabile.
Bisogna controllare tutto: esposizione e contenuto. La revisione è parte integrante del processo della scrittura e le va dedicato tempo ed attenzione. Rileggere e rivedere un testo non significa solo correggere l'ortografia o eliminare i refusi. Significa soprattutto ripensare le proprie idee e la loro organizzazione, riflettere su quanto si è scritto, magari riscrivere periodi interi se necessario.
Bisogna leggere il testo da cima a fondo, per avere un'idea della coerenza complessiva. Non fermatevi ad analizzare ogni singolo problema: segnate rapidamente a margine ogni punto su cui volete tornare. A lettura finita, tornateci sopra e riscrivete anche interi periodi, se necessario.
Rivolgete a voi stessi alcune domande.
Gli argomenti trattati sono quelli pertinenti a quanto richiesto dal tema o dal testo?
Il testo fornisce tutte le informazioni di cui il lettore-insegnante ha bisogno, senza essere appesantito da informazioni inutili? 
Cioè se non mancano degli argomenti significativi, se i singoli argomenti sono sviluppati in modo adeguato alla loro importanza, se certi argomenti sono trattati troppo sbrigativamente oppure si è stati troppo prolissi.
Hai controllato la sintassi dei vari periodi?
Nel periodo, ci deve essere sempre il soggetto (se è sottinteso che sia comprensibile). Il periodo non può rimanere sospeso, interrotto da un’altra proposizione. Il verbo deve essere concordato con il soggetto a cui si riferisce.
Hai controllato se tutto “scorre”, se ha un ritmo?
L’introduzione deve portare naturalmente allo svolgimento della prima parte del tema o del testo; quindi, bisogna arrivare alla parte centrale, dove sta l’idea portante; infine la parte conclusiva e il periodo finale, in cui c’è ancora un’altra considerazione originale, secca, incisiva, che lascia
ancora curiosità nel lettore.
Hai controllato se le varie parti sopra elencate hanno tra di loro una giusta proporzione?
Ci sono affermazioni banali? Bisogna eliminarle, togliere tutto il superfluo.
Gli argomenti trattati sono disposti nel giusto ordine per essere considerati con immediatezza dal lettore-insegnante?
Le relazioni logiche fra i vari argomenti sono ben evidenziate e i concetti esposti sono chiari e immediatamente leggibili?
La terminologia adottata è tecnicamente corretta? Controllare sempre l’esatta grafia delle parole nuove sul dizionario.
Ci sono parole inutili, frasi da eliminare o da semplificare?
Hai controllato le fonti citate tra virgolette? E’ forse meglio parafrasarle?
Hai controllato la punteggiatura?
Un periodo non deve superare le sei sette righe di lunghezza, a leggerlo si perde fiato e si trovano errori.

ESEMPI DI TRACCE
Art. 1 (Vita della comunità scolastica)
La scuola è luogo di formazione e di educazione mediante lo studio, l’acquisizione delle conoscenze, e lo sviluppo della coscienza critica […].
La vita della comunità scolastica si basa sulla libertà di espressione, pensiero, coscienza e religione, sul rispetto reciproco di tutte le persone che lo compongono, quale sia la loro età e la loro condizione, nel ripudio di ogni barriera ideologica, sociale e culturale.
Statuto degli studenti e delle studentesse, DPR n. 235/2007
Partendo da queste osservazioni, rifletti sul senso e sul valore della scuola nella società contemporanea, in considerazione delle frequenti contestazioni che il mondo scolastico subisce e in rapporto alle riforme e ai convulsi cambiamenti di cui spesso è oggetto.


USO DEI CONNETTIVI


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