La scuola di Atene

La scuola di Atene

sabato 27 febbraio 2016

IL LAVORO NEL MONDO ANTICO

"L'Italia è una repubblica fondata sul lavoro"



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I SERVI DELLA GLEBA
L'istituto della servitù della gleba fu abolito definitivamente solo nel 1861, in Russia, dove l'economia zarista fondata sul latifondo ne consentiva la sopravvivenza.
I servi della gleba coltivavano i terreni che erano dati in concessione dal re ai nobili, pagando un fitto.
Inoltre dovevano pagare le decime (qualora il proprietario facesse parte del clero o fosse un ente ecclesiastico) ed erano obbligati a determinate prestazioni di lavoro (corvées).
I servi della gleba erano tali per nascita, e non potevano sottrarsi a tale condizione senza il consenso del padrone del terreno.
Nel Medioevo, in occasione dei lavori per dissodare nuove terre, spesso il proprietario dava a chi si sobbarcava l'onere di trasferirsi nelle nuove aree, particolari libertà (franchigie) e privilegi: da cui il nome "Villafranca" dato a tante località.

I servizi a cui i servi della gleba erano obbligati, contrariamente a quanto accadeva nella schiavitù, non avevano un carattere generico, ma erano precisamente definiti. A differenza degli schiavi, giuridicamente i servi della gleba non erano "cose" ma persone, con qualche diritto: proprietà privata (limitata ai beni mobili), possibilità di sposarsi e di avere figli ai quali lasciare un'eredità.
Il feudatario non aveva potestà sulla vita del servo della gleba, che però poteva essere venduto insieme alla terra, su cui aveva l'obbligo di restare. Perciò non poteva neanche esserne cacciato. Dai doveri rurali, in molte zone d'Europa, ci si poteva sottrarre anche col trasferimento in città, come avvenne in Italia con la formazione dei liberi comuni (lasciare la campagna era illegale, ma i liberi comuni proteggevano i propri cittadini da ritorsioni del signore feudale): in Germania c'era il detto stadtluft macht frei, ossia "l'aria della città rende liberi".
(Testo adattato da Wikipedia)




ALLEGATI
a) Video sulla rivolta di Spartaco
http://www.raistoria.rai.it/articoli/spartaco/23912/default.aspx

b) E. Zola e le condizioni di vita dei proletari
https://seieditrice.com/chiaroscuro/files/2010/03/V2_U8_ipertesto-A.pdf

c) Il sistema della curtis

d) La vita dei contadini nel Medioevo

e) Vita da ricchi!
https://www.youtube.com/watch?v=eF13AbScKaA






venerdì 5 febbraio 2016

PRIMI DOCUMENTI IN VOLGARE

INDOVINELLO VERONESE


Se pareba boves, alba pratàlia aràba
et albo versòrio teneba, et negro sèmen seminaba

Traduzione
Teneva davanti a sé i buoi, arava bianchi prati,
e un bianco aratro teneva e un nero seme seminava


PLACITO CASSINESE

Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte Sancti Benedicti. 


mercoledì 3 febbraio 2016

PETRARCA

L'utilità dell'inutile


La gola e ’l somno et l’otïose piume
ànno del mondo ogni vertú sbandita,
ond’è dal corso suo quasi smarrita
nostra natura vinta dal costume;

et è sí spento ogni benigno lume5
del ciel, per cui s’informa humana vita,
che per cosa mirabile s’addita
chi vòl far d’Elicona nascer fiume.

Qual vaghezza di lauro, qual di mirto?
Povera et nuda vai philosophia,10
dice la turba al vil guadagno intesa.

Pochi compagni avrai per l’altra via:
tanto ti prego piú, gentile spirto,
non lassar la magnanima tua impresa.
Petrarca, Canzoniere, VIII


Petrarca e il mondo classico: l'Africa
http://www.edatlas.it/documents/c5dbed17-0f24-4a4b-b837-d2c4554a5b38

AFRICA
Moriturus ad astra
scandere querit homo, sed mors docet omnia quo sint
nostra loco
(...)
Aurea marmoreis quid ve alta palatia muris
erexisse iuvat, postquam sic sidere levo
sub divo periturus eram
(Africa, VI, vv.904/911)

 TRADUZIONE
Destinato a morire, l’uomo cerca di ascendere agli astri, ma la morte c’insegna quale sia il posto
di tutte le nostre cose. (...) A che mi serve aver costruito alti palazzi adorni d’oro su mura di marmo, se io dovevo per sinistro destino morire così sotto il cielo?


Petrarca: l'autocoscienza e la coscienza storica.
L'INTERPRETAZIONE DI M. SANTAGATA
Petrarca e nascita della cultura dei testi e del senso storico: alle soglie dell'Umanesimo (minuto 14,52)
Petrarca e la scoperta dell'interiorità (M. Santagata, minuto 16,35)






IL PAESAGGIO-STATO D'ANIMO
1) SOLO E PENSOSO
2) CHIARE, FRESCHE E DOLCI ACQUE
3) WILLIAM WORDSWORTH, Prelude III, 127-132

To every natural form, rock, fruits, or flower,
 Even the loose stones that cover the highway,
 I gave a moral life: I saw them feel,
 Or linked them to some feeling: the great mass             130
 Lay bedded in a quickening soul, and all
 That I beheld respired with inward meaning.

(A ogni fprma naturale, a rocce, a frutti, fiori
e persino alle pietre sparse per strada,
attribuivo una vita morale: li vedevo sentire
o li associavo a un sentimento; la grande massa
posava in un'anima vivificante, e tutto
ciò che vedevo spirava intimo significato)