La scuola di Atene

La scuola di Atene

TEMI DI CITTADINANZA E COSTITUZIONE

PROGETTO LEGALITÀ
PROPOSTA FORMATIVA – ASSOCIAZIONE “LIBERA”


AREA TEMATICA – DIRITTI E DIGNITÀ DELLE PERSONE

Diritto alla mobilità
Si tratta di un diritto che sembrerebbe quasi scontato. Invece, spostarsi per andare a vivere e/o lavorare in un altro Paese per tante persone è un percorso legato a sofferenze, all'incertezza del viaggio, all'allontanamento dai propri affetti e dalla propria terra.
Chi scappa da territori devastati dalle guerre e dalla povertà, cerca una possibilità di riscatto e di futuro, speranze che tuttavia si scontrano con una realtà faticosa, tortuosa che, nei casi più gravi, per alcuni, può trasformarsi in forme di abuso e sfruttamento ad opera delle organizzazioni mafiose. 
Esiste, inoltre, un aspetto a volte trascurato nell'analisi di questo fenomeno: persone provenienti da altri Paesi, in Italia, una terra per loro straniera, muoiono per difendere i diritti di tutti.

MIGRANTI E DIRITTO ALLA MOBILITA'
1)  http://www.socpol.unimi.it/docenti/ambrosini/documenti/File/Polit.migratorie.1.2016.pptx
2)  http://www2.units.it/etica/2016_2/GREBLO.pdf

IL DIRITTO DI RIMANERE, IL DIRITTO DI MIGRARE
http://www.caritasitaliana.it/home_page/attivita_/00006214_Tra_il_diritto_di_rimanere_e_il_diritto_alla_mobilita.html

Migranti morti in mare
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/01/10/libia-100-migranti-morti-in-naufragio-loim-avverte-quasi-200-vittime-nella-rotta-verso-litalia-da-inizio-2018/4085400/

Mafie e traffico di migranti
http://www.lettera43.it/it/articoli/attualita/2015/04/20/migranti-il-traffico-vale-10-miliardi-allanno/146169/

IL CASO
ABD ELSALAM, L'OPERAIO EGIZIANO MORTO PER I DIRITTI DI TUTTI: http://bologna.repubblica.it/cronaca/2016/09/15/news/piacenza_-147800573/


Riflessioni di Alessandro Leogrande sul caso di ABD ELSALAM, vittima dello sfruttamento e della lotta per i diritti di tutti
"Laddove più gravi e “avanzate” sono le forme di sfruttamento lavorativo, più cosmopolita è la composizione di quella che a tutti gli effetti è una nuova classe operaia. Laddove lo sfruttamento poi raggiunge forme ulteriori, è facile constatare come essa sia radicalmente non-italiana. È così nei campi dove si raccolgono le arance o i pomodori. È così per i facchini che lavorano in subappalto per le grandi multinazionali di spedizioni pacchi. La vicenda di Abd Elsalam, il facchino egiziano di 53 anni, travolto da un camion durante un blocco operaio davanti allo stabilimento della Gls di Piacenza, lo rivela appieno. Al di là degli eventi che hanno portato alla sua morte, e al fatto che presumibilmente il camionista che lo ha investito è stato esortato ad aggirare il picchetto, ciò che stupisce sono le condizioni di lavoro. Il contesto. Nell’azienda dove ha lavorato, su 140 dipendenti, non c’è un solo italiano. Sono tutti egiziani, algerini, tunisini, albanesi, macedoni… Pertanto non c’era neanche un solo italiano a prendere parte al blocco contro la Gls per il mancato rispetto di un accordo sindacale, la sera in cui è rimasto ucciso. (http://www.minimaetmoralia.it/wp/la-nuova-cittadinanza/)


IMMIGRAZIONE E DIRITTI FONDAMENTALI

IL CASO DI BORGO MEZZANONE: CENTRO DI ACCOGLIENZA O GHETTO DI STATO?

DENTRO AL GHETTO DI BORGO MEZZANONE (VIDEO)

FOGGIA, RIVOLTA CONTRO IL GHETTO: OSTAGGIO DELLA MAFIA NIGERIANA
Emergenza umanitaria? Lo Stato è assente
"Una tendopoli in aperta campagna tra Manduria e Oria non può essere la soluzione. E questo i pugliesi sono i primi a saperlo, fin dagli anni novanta. La risposta a una emergenza umanitaria, e a una crisi politica che investe tutto il Mediterraneo, non può essere un villaggio costruito dall’oggi al domani tra gli ulivi e i muretti a secco. Per il semplice motivo che presto la situazione degenererà.
Dice il governo: bisogna distinguere i “clandestini” dai profughi. Mandare i primi nei Cie (Centri di Identificazione ed Espulsione) e i secondi nei Cara (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo). Ma quando ti arrivano mille persone in pochi giorni come si fa? Come è possibile dividere quella massa umana con l’accetta? (...)
Finora lo Stato si è dimostrato carente. E, da almeno vent’anni, ogni volta che lo Stato è assente, carente o inefficiente, gli uomini e le donne investite da una situazione d’emergenza prodotta da un’ondata migratoria si dividono in ronde e volontari dell’accoglienza. Ben vengano, ovviamente, i volontari e le associazioni, ma se si demanda tutto a loro, o se lo Stato è carente, automaticamente ci saranno anche altri cittadini che si organizzano in ronde, girano minacciosi e rovesciano davanti alle telecamere frasi insopportabilmente razziste. Finora, pare, si è trattato solo di pochi balordi. Ma se questo razzismo latente si mescola all’inefficienza organizzativa e allo strisciante razzismo istituzionale di una forza politica la situazione può diventare esplosiva."
(Cfr. Alessandro Leogrande, in http://www.minimaetmoralia.it/wp/tra-taranto-e-lampedusa/)


L'homo dignus
"La dignità appartiene a tutte le persone, sì che debbono essere considerate illegittime tutte le distinzioni che approdino a considerare alcune vite come non degne, o meno degne, d'essere vissute o che giungano alla negazione stessa della capacità giuridica, tipica delle legislazioni razziali, che hanno confinato milioni di esseri umani nella categoria di "non persone". In questa sua prima accezione, la dignità si presenta così come fondamento concreto della nuova accezione di cittadinanza, intesa come patrimonio di diritti che appartengono alla persona quale che sia la sua condizione e il luogo in cui si trova.
La costruzione dell'homo dignus non può essere effettuata all'esterno della persona, ha davvero il suo fondamento in interiore homine. La dignità non è indeterminata, ma trova nella persona il luogo della sua determinazione, tuttavia non per custodire un'essenza, bensì per mettere ciascuno nella condizione di determinare liberamente il proprio progetto di vita. (...)
La dignità non è un diritto fondamentale tra gli altri, né una supernorma. (...) Essa è venuta a integrare principi fondamentali già consolidati - libertà, eguaglianza, solidarietà, facendo corpo con essi e imponendone una reinterpretazione in una logica di indivisibilità"
(cfr. Stefano Rodotà, La rivoluzione della dignità, ed. La scuola di Pitagora, Napoli, 2013)

Appello ai valori
"Per avere dei cittadini attivi non occorrono forse degli ideali? Certo occorrono degli ideali. (...)
Primo fra tutti ci viene incontro da secoli di guerre di religione l'ideale della tolleranza. Se oggi c'è una minaccia alla pace nel mondo questa viene ancora una volta dal fanatismo, ovvero dalla credenza cieca nella propria verità e nella forza capace d'imporla. (...)
Poi viene l'ideale della non-violenza (...).
Terzo, l'ideale del rinnovamento graduale della società attraverso il libero dibattito delle idee (...).
Infine l'ideale della fratellanza. (...) Gran parte della storia umana è una storia di lotte fratricide. (...) Hegel definì la storia come un "immenso mattatoio". Possiamo dargli torto? In nessun paese del mondo il metodo democratico può perdurare senza diventare un costume. Ma come può diventare un costume senza il riconoscimento della fratellanza che unisce tutti gli uomini in un comune destino?"
(cfr. Norberto Bobbio, Il futuro della democrazia, Torino, Einaudi, 1984-2015)

Il silenzio degli intellettuali
"Noi intellettuali (in questa vicenda molto grave) brilliamo per la nostra assenza. È vero, a cena, in salotto, ne diciamo di cotte e di crude contro la classe politica dirigente, contro la borghesia italiana che la esprime, e, in genere, contro questo piccolo, marginale, provinciale, qualunquistico, miserabile Paese che è l' Italia. Ma noi? Cosa facciamo? Siamo forse migliori? Che cos'è che ci fa essere assenti e muti? La paura? la prudenza? la sfiducia? la pigrizia? l'ignoranza? Sì, tutto questo."
(P.P.Pasolini, "Colpi di Stato", incontri con Peter Dragadze, "Gente", 17 novembre 1975.
Ora in: "Saggi sulla politica e sulla società", Meridiani Mondadori, 1999, pp. 867-868)

Dire la verità al potere
"Dire la verità al potere non è idealismo alla Pangloss: significa soppesare scrupolosamente le alternative, scegliere la migliore e rappresentarla con sapienza. Ogni mia parola testimonia l'importanza che attribuisco all'impegno appassionato dell'intellettuale: ritengo giusto correre rischi, esporsi in prima persona, affermare con forza taluni principi, compromettersi nel pubblico dibattito e nel dare sostegno a cause concrete. La differenza che ho tracciato tra professionisti e dilettanti si fonda precisamente su questo. I primi, appellandosi alla professione e mirando all'oggettività, rivendicano la necessità del distacco; gli altri che non ambiscono a compensi né cercano di soddisfare ambizioni professionali immediate, agiscono sulla spinta di idee e valori che si propongono di affermare con forza nella sfera pubblica. Ogni intellettuale che pratichi l'arte di formulare e rappresentare opinioni, idee, aspira a metterle in opera nella società. Chi dichiara di scrivere soltanto per sé o per puro amore della cultura o della scienza astratta non è credibile, e non deve essere creduto. Nel momento in cui pubblichi i tuoi saggi, entri di fatto nella vita politica; chi non intende fare politica, si astenga dal prendere la parola."
(Edward W. Said, Dire la verità,. Gli intellettuali e il potere, Feltrinelli, 2014)

DISCORSO DI P. CALAMANDREI SULLA COSTITUZIONE
https://www.professionegiustizia.it/documenti/guide/piero_calamandrei_e_la_costituzione















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