Scrivere è... scegliere le parole giuste
A. Manzoni, "Lettera a M. Chauvet
Perché, in sostanza, cosa ci dà la storia? Avvenimenti noti, per così dire, solo esteriormente; ciò che gli uomini hanno fatto; ma ciò che hanno pensato, i sentimenti che hanno accompagnato le loro deliberazioni e i loro progetti, i loro successi e insuccessi, i discorsi con i quali hanno fatto e cercato di far prevalere le loro passioni e le loro volontà su altre passioni e altre volontà, con i quali hanno espresso la loro collera, effuso la loro tristezza, con i quali in una parola, hanno manifestato la loro individualità, tutto ciò, tranne pochissimo, è passato sotto silenzio dalla storia, e tutto ciò forma il dominio della poesia. Eh! sarebbe ingenuo temere che manchi ad essa l’occasione di creare, nel senso più serio, forse il solo serio, di questa parola! Ogni segreto dell’anima umana si svela, tutto ciò che genera i grandi avvenimenti, tutto ciò che caratterizza i grandi destini, si rivela alle immaginazioni dotate d’una sufficiente forza di simpatia. Tutto ciò che la volontà umana ha di forte o di misterioso, e la sventura di religioso e di profondo, il poeta può indovinarlo; o, per meglio dire, scorgerlo, afferrarlo e esprimerlo.
Legge di Borg:
“Mi impegna tutto, anche un set con mio
nonno”. ( B. Borg, tennista).
Bisogna impegnarsi, con scrupolo e precisione. Concentratevi su quello che state scrivendo: silenziate le notifiche su facebook, Instagram.
Bisogna impegnarsi, con scrupolo e precisione. Concentratevi su quello che state scrivendo: silenziate le notifiche su facebook, Instagram.
Scrivete
prima una bozza, poi fate integrazioni, aggiunte, ritocchi, correzioni.
Legge di
Levi: “Non si dovrebbe scrivere oscuro, perché uno scritto ha tanto più
valore quanto meglio viene compreso e quanto meno si presta ad interpretazioni
equivoche. La scrittura serve a comunicare, a trasmettere informazioni e chi
non viene capito da nessuno non trasmette niente”. ( P. Levi, scrittore).
Ordine, efficacia, chiarezza sono gli ingredienti irrinunciabili di un buon testo.
Ordine, efficacia, chiarezza sono gli ingredienti irrinunciabili di un buon testo.
Legge di Catone: “Rem tene, verba sequentur”. ( Catone il Censore, intellettuale latino).
Se conosciamo bene l’argomento, troveremo anche le parole per spiegarlo.
Se conosciamo bene l’argomento, troveremo anche le parole per spiegarlo.
Rispettate le tracce, le consegne.
Leggete, studiate, tenete gli occhi aperti sul mondo,
ascoltate le persone che hanno cose da dire sugli argomenti più disparati,
vedete programmi interessanti in TV, su You Tube, siate curiosi e approfittate
di occasioni culturali (cinema, teatro, presentazioni di libri, conferenze,
mostre, convegni). In questo modo arricchirete i vostri testi. Soprattutto:
scrivete. Si impara a nuotare nuotando, non leggendo un manuale di nuoto.
Scrivete con una bella grafia: è buona educazione e
soprattutto è nel vostro interesse, perché sarete giudicati prima di tutto
dalla forma. E una grafia sciatta e disordinata scoraggia i lettori.
Andate a capo quando un pensiero è stato articolato nella sua
interezza e bisogna passare ad altro argomento.
Semplificate. Evitate periodi troppo lunghi, pieni di
subordinate. Ma non limitatevi a mettere solo frasette in fila.
Sforzatevi di non alterare l’ordine naturale delle parole:
soggetto-verbo complemento.
Evitate le rime o i bisticci di parole: "la circolare sulle
uscite a teatro è circolata?"
Organizzate bene l’esposizione secondo dati essenziali da
arricchire poi con opinioni personali: who, when, what, where, why.
Cercate uno stile personale che catturi l'attenzione del
lettore e non lo annoi, senza però pretendere di essere originali per forza e stupire con
effetti speciali.
Non
perdetevi in preamboli inutili, introduzioni lunghe e andate subito al punto.
Entrate “in medias res”.
Non
cercate il finale memorabile: sobrietà e discrezione: ricorrete a una frase che
sintetizzi il vostro punto di vista in modo efficace e nuovo rispetto allo
svolgimento, senza ripetervi; potete ricorrere a un domanda. Evitate di lanciare
un messaggio o di scrivere un’esortazione.
Evitate le
frasi fatte, i cliché, gli stereotipi linguistici (oggigiorno, per così dire,
quello che è + nome; luoghi comuni: senza se e senza ma; la donna è la regina
della casa…): scegliete le parole con cura.
Evitate le
coppie di nomi e aggettivi che sono sinonimi: uno è sufficiente (era un tipo triste
e afflitto; arrivai a casa, la mia dimora; vidi una giovane ragazza).
Usare i
CONNETTIVI, formule che connettono le varie parti del testo e servono ad
articolare il pensiero.
-
Espressioni (da una lato … dall’altro; possiamo
osservare due cose: la prima è che … la seconda, invece, è che...; per quanto riguarda il primo punto…
per quanto concerne il secondo…);
-
Avverbi e locuzioni avverbiali (affermative –
certo, senza dubbio; modali – comunque; temporali – poi, allora; concessive –
tuttavia, peraltro; conclusivi, dunque, pertanto, quindi)
-
Congiunzioni (causali- poiché; finali- affinché;
avversative- ma, però; coordinanti - e anche).
Rendere ben evidente e individuabile la propria tesi.
Spiegate le cose, non datele per scontate, evitate i salti logici.
La punteggiatura
ha valore.
- - La donna tornò a casa all’improvviso e trovò il
marito a letto, e non era solo. (valore denotativo, informativo).
- - La donna tornò a casa all’improvviso e trovò il
marito a letto. E non era solo. (Sconcerto e sorpresa).
- - La donna tornò a casa all’improvviso e trovò il
marito a letto. E non era solo… (Suspense)
- - La donna tornò a casa all’improvviso e trovò il
marito a letto… E non era solo! (suggerimento acuto su che cosa possa essere
accaduto dopo…).
Evitate l’abuso
della prima persona: "io io io" non è elegante. Universalizzate i concetti. Io
amo leggere sul divano= è molto piacevole e rilassante leggere sul divano.
Scrivere bene non significa scrivere tanto: bisogna saper
distinguere l’essenziale dal secondario, ci vuole il coraggio di eliminare l’inutile,
non si deve essere verbosi. La prolissità è un difetto: less is more. La revisione di un testo serve a togliere il
superfluo.
Rileggere il vostro lavoro serve a correggere errori: molti
dipendono dalla distrazione, dalla fretta.
Verificate dati e informazioni per evitare errori di
contenuto. Curate la forma (doppie, uso della lettera H per il verbo avere, accenti, apostrofi).
Citate e virgolettate solo se siete sicuri, altrimenti
riportate il pensiero di un autore con
le vostre parole. Se non ricordate la citazione in lingua, evitatela, ma non
citate in modo scorretto. I titoli vanno tra virgolette.
Mantenete lo stesso tempo verbale senza oscillare tra
passato e presente.
(Testo sintetizzato e liberamente ispirato a C. Giunta, Come non scrivere, UTET, 2018)
ESEMPI DI SCRITTURA ARGOMENTATIVA
1) MASSIMO RECALCATI
2) ANNAMARIA TESTA
ESEMPI DI SCRITTURA ARGOMENTATIVA
1) MASSIMO RECALCATI
2) ANNAMARIA TESTA
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