La scuola di Atene

La scuola di Atene

giovedì 31 marzo 2016

CANDIDO

Scritto, come pare, in tre giorni, Candido è un romanzo costruito sull'archetipo narrativo del viaggio e sull'uso sapiente e smascherante dell'ironia.
Si tratta di un romanzo filosofico che esorta gli uomini non tanto ad essere "felici", ma a saper conquistare l'arte di essere "contenti".
Il segreto sta nel rinunciare alla pretesa di spiegare il mondo  e nel saperlo accettare in tutta la sua complessità.
Compito di ogni uomo è, dunque, "accontentarsi" di operare utilmente nel piccolo spazio che gli è riservato, affinché non sia un inferno, ma diventi un paradiso!


giovedì 3 marzo 2016

POESIA DI IMPEGNO CIVILE

Parola e realtà.


Orazione funebre di A. Moravia per Pasolini


Ciò che conta è anzitutto
la sincerità e la necessità di ciò
che si deve dire. Non bisogna
tradirla in nessun modo, e tanto
meno tacendo diplomaticamente,
per partito preso.
(P.P.Pasolini, Lettere luterane, 1976)

Compito del poeta è dire la verità, sempre.
Quando si parla di scrittura poetica, verità non significa necessariamente “realismo”, non significa raccontare fatti “realmente” accaduti. Vuol dire, piuttosto, concepire testi veritieri sulla condizione umana.
Compito della letteratura è dire la verità con lo strumento della finzione.

Ricordava P. Levi, nel suo testo sullo Scrivere oscuro:

abbiamo una responsabilità, finché viviamo:
dobbiamo rispondere di quanto scriviamo,
parola per parola,
e far sì che ogni parola vada a segno. 

 Naturalmente questo presuppone che chi scrive non sia mosso solo dal desiderio di svolgere un esercizio di stile.
Ne era convinto Paul Brulat, giornalista francese che prese parte attiva nell’affaire Dreyfus e che, quindi usò la penna come strumento incisivo sulla realtà; a tale proposito egli soleva dire:

per scrivere bene, in versi come in prosa,
niente eguaglia l’avere davvero qualcosa da dire.

Solo così la parola potrà svolgere il suo compito più alto, cioè quello di costruire relazioni, di comunicare, nel senso di mettere in comune idee e sentimenti, penetrare nei cuori umani. 
Insomma, le parole hanno un peso e vanno usate con intelligenza, chiarezza e onestà.
E, soprattutto, vanno ascoltate.

Abituati a considerare con estrema attenzione
le parole degli altri,
e per quanto puoi entra nell’anima
di chi sta parlando.
Marco Aurelio, Ricordi

“Spiego alcune cose”
Domanderete: E dove sono i lillà?
E la metafisica coperta di papaveri?
E la pioggia che fitta colpiva
le sue parole, riempiendole
di buchi e uccelli?

Vi racconterò tutto quel che m’accade.

Vivevo in un quartiere
di Madrid, con campane,
orologi, alberi.

Da lì si vedeva
il volto secco della Castiglia,
come un oceano di pelle.
La mia casa la chiamavano
“La casa dei fiori”, ché da ogni parte
scoppiavano i gerani: era
una bella casa,
con cani e ragazzini.
(…)
E una mattina tutto stava ardendo,
E una mattina i fuochi
uscivan dalla terra,
divorando esseri,
e da allora fuoco,
da allora, 
e da allora sangue.

Banditi con aerei e con mori,
banditi con anelli e duchesse,
banditi con neri frati benedicenti
venivano per cielo a uccidere bambini,
e per le strade il sangue dei bambini
correva semplicemente, come sangue di bambini.
(…)
Generali
traditori:
guardate la mia casa morta,
guardata la Spagna distrutta:
ma da ogni casa morta esce metallo ardente
invece di fiori,
ma da ogni buco della Spagna
esce la Spagna,
ma da ogni bambino morto vien fuori un fucile con occhi,
ma da ogni crimine nascono proiettili
che un giorno troveranno il bersaglio
del vostro cuore.

Domanderete: perché la sua poesia
non ci parla del sogno, delle foglie,
dei grandi vulcani del suo paese natale?

Venite a vedere il sangue per le strade,
venite a vedere
il sangue per le strade,
venite a vedere il sangue
per le strade!
(P. Neruda, da Terza residenza, 1947)





“Brutti tempi per la lirica”

Lo so: piace soltanto 
chi è felice. La sua voce 
volentieri la si ascolta. Bello è il suo viso.
L'albero storpio nel cortile 
denuncia il cattivo terreno, ma 
chi passa gli dà di storpio, 
e con ragione.

I verdi battelli e le gaie vele del Sund 
non li vedo. Fra tante cose 
vedo solo la rete dei pescatori, fragile. 
Perché vado dicendo solo che 
la contadina quarantenne cammina tutta curva? 

I seni delle ragazze 
son caldi come prima.
Nel mio canto una rima 
mi parrebbe quasi insolenza.

In me combattono 
l'entusiasmo per il melo in fiore 
e l'orrore per i discorsi dell'Imbianchino. 
Ma solo il secondo 
mi spinge al tavolo di lavoro.

(B. Brecht, da Poesie, 1938-1941, trad. R. Leiser - F. Fortini ) 


Io che nulla amo più

Io che nulla amo più
dello scontento per le cose mutabili,
così nulla odio più del profondo scontento
per le cose che non possono cambiare.

(B. Brecht, da Poesie, 1938-1941, trad. R. Leiser - F. Fortini )


Molti pensano

Molti pensano che noi ci diamo da fare
nelle faccende più peregrine,
ci affatichiamo in strane imprese
per saggiare le nostre forze o per darne la prova.
Ma in realtà è più nel vero chi ci pensa
intenti semplicemente all'inevitabile:
scegliere la strada più diritta possibile, vincere
gli ostacoli del giorno, evitare i pensieri
che hanno avuto esiti cattivi, e scoprire quelli propizi, in breve:
aprire la strada alla goccia nel fiume che si apre
la strada in mezzo alla pietraia.

(B. Brecht, da Poesie, 1938-1941, trad. R. Leiser - F. Fortini ) 


COSTRUIRE UN MONDO MIGLIORE: NON SOLO REGOLE.
IL VALORE DEI SENTIMENTI