La scuola di Atene

La scuola di Atene

GIORNATA DELLA MEMORIA

Caro professore, sono un sopravvissuto di un campo di concentramento. I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere: camere a gas costruite da ingegneri istruiti, bambini uccisi con veleno da medici ben formati, lattanti uccisi da infermiere provette, donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiori e università.
Diffido - quindi – dell’educazione.
La mia richiesta è la seguente: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani. I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati, degli Eichmann istruiti.
La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani.
(Lettera di un Preside di un liceo americano riportata da Anniek Cojean, “Les mémoires de la Shoah” in "Le Monde" del 29 aprile 1995).


Vorrei soltanto additare le premesse esistenziali, diciamo, per cui sorgono sottomissione e subordinazione. Non c’è bisogno di discutere sugli orrori della guerra, ma la medesima tirannia, ordinata gerarchicamente, lei può trovarla in una scuola, in una parrocchia, sempre là dove sorgono ordinamenti gerarchici, dove si creano dei superiori.
L’autorità superiore crea una tale sorta di orrori, crea sottomissione e tirannia. Anche nella vita civile, anche in tempo di pace.
(H. Böll,  Une mémoire allemande, 1978)

Prefazione di P.Levi a "Se questo è un uomo"
http://www.minimaetmoralia.it/wp/la-prefazione-primo-levi-un-uomo/


L’ingresso in Lager era invece un urto per la sorpresa che portava con sé. Il mondo in cui ci si sentiva precipitare era sì terribile, ma anche indecifrabile: non era conforme ad alcun modello, il nemico era intorno ma anche dentro, il “noi” perdeva i suoi confini, i contendenti non erano due, non si distingueva una frontiera ma molte e confuse, forse innumerevoli, una fra ciascuno e ciascuno.

Si entrava sperando almeno nella solidarietà dei compagni di sventura, ma gli alleati sperati, salvo casi speciali, non c’erano; c’erano invece mille monadi sigillate, e fra queste una lotta disperata, nascosta e continua. Questa rivelazione brusca, che si manifestava fin dalle prime ore di prigionia, spesso sotto la forma immediata di un’aggressione concentrica da parte di coloro in cui si sperava di ravvisare i futuri alleati, era talmente dura da far crollare subito la capacità di resistere. Per molti è stata mortale, indirettamente o anche direttamente: è difficile difendersi da un colpo a cui non si è preparati.
(Primo Levi, I sommersi e i salvati, 1986)


Si affaccia all’età adulta una generazione scettica, priva non di ideali ma di certezze, anzi, diffidente delle grandi verità rivelate; disposta invece ad accettare le verità piccole, mutevoli di mese in mese sull’onda convulsa delle mode culturali, pilotate o selvagge. Per noi, parlare con i giovani è sempre più difficile. Lo percepiamo come un dovere, ed insieme come un rischio: il rischio di apparire anacronistici, di non essere ascoltati.

Dobbiamo essere ascoltati: al di sopra delle nostre esperienze individuali, siamo stati collettivamente testimoni di un evento fondamentale ed inaspettato, fondamentale appunto perché inaspettato, non previsto da nessuno. È avvenuto contro ogni previsione; è avvenuto in Europa; incredibilmente, è avvenuto che un intero popolo civile, appena uscito dalla fervida fioritura culturale di Weimar, seguisse un istrione la cui figura oggi muove al riso; eppure Adolf Hitler è stato obbedito ed osannato fino alla catastrofe. È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire.
Può accadere, e dappertutto. Non intendo né posso dire che avverrà; come ho accennato più sopra, è poco probabile che si verifichino di nuovo, simultaneamente, tutti i fattori che hanno scatenato la follia nazista, ma si profilano alcuni segni precursori. La violenza, “utile” o “inutile”, è sotto i nostri occhi: serpeggia, in episodi saltuari e privati, o come illegalità di stato, in entrambi quelli che si sogliono chiamare il primo e il secondo mondo, vale a dire nelle democrazie parlamentari e nei paesi dell’area comunista. Nel terzo mondo è endemica od epidemica. Attende solo il nuovo istrione (non mancano i candidati) che la organizzi, la legalizzi, la dichiari necessaria e dovuta e infetti il mondo».
(P. Levi, I sommersi e i salvati, 1986)


Per me, l'esempio più tipico dei populismi europei è quello tedesco del '33. Dopo Hindenburg, la crisi del ‘30, la Germania è in frantumi, cerca di rialzarsi, cerca la sua identità, cerca un leader, qualcuno che gli ridia la sua identità e c'è un ragazzetto di nome Adolf Hitler che dice "io posso, io posso". E tutta la Germania vota Hitler.
papa.jpgHitler non rubò il potere, fu votato dal suo popolo, e poi distrusse il suo popolo. Questo è il pericolo. In tempi di crisi, non funziona il discernimento e per me rappresenta un punto di riferimento continuo. Cerchiamo un salvatore che ci restituisca la nostra identità, difendiamoci con muri, con fili spinati, con qualsiasi cosa dagli altri popoli che possono toglierci la nostra identità.
E questo è molto grave.
(Papa Francesco, Intervista al Pais, in “la Repubblica”, 22.01.2017)



DIFFERENZA TRA OLOCAUSTO E SHOAH
http://storicamente.org/giorno-della-memoria-facchini_link1

DISCORSO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA (25.01.2018)
http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Discorso&key=539


DISCORSO DEL MINISTRO DELL'ISTRUZIONE
https://drive.google.com/file/d/1wkmHLmrNwcywKcjLU7I21DXvEua8GUbt/view?usp=sharing


INTERVISTA A LILIANA SEGRE
Il racconto di chi è sopravvissuto ai campi di concentramento





RIFLESSIONI SULLA GIORNATA DELLA MEMORIA
http://temi.repubblica.it/micromega

IL FENOMENO DELLA POP SHOAH
http://www.minimaetmoralia.it/wp/anna-frank-una-belieber-o-della-pop-shoah/










L'OLOCAUSTO E LE RADICI DELL'EUROPA
https://www.internazionale.it/opinione/stefania-mascetti/2015/01/27/l-olocausto-e-le-radici-dell-europa

La ritualità equivoca della memoria
http://gliasinirivista.org/2018/01/la-ritualita-equivoca-della-memoria/


Storia e democrazia. Riflessioni sulla Giornata della Memoria
http://temi.repubblica.it/micromega-online/la-storia-e-la-cittadinanza-democratica-riflessioni-sulla-giornata-della-memoria/

I respingimenti degli ebrei lungo la frontiera italo_ elvetica
https://www.google.it/url?sa=t&source=web&rct=j&url=https://www.e-periodica.ch/cntmng%3Fpid%3Dszg-006:2002:52::652&ved=2ahUKEwj4_vOxu_fYAhWHERQKHas6DvsQFjARegQIBxAB&usg=AOvVaw0qn65nuGX___PLryVWEDqs

Differenza tra ricordare e avere memoria
http://www.huffingtonpost.it/roberto-rossini/la-differenza-tra-ricordare-e-avere-memoria_a_23350323/?utm_hp_ref=it-homepage

Appello "Mai più fascismi"
http://www.anpi.it/articoli/1908/mai-piu-fascismi

CONTRO OGNI NEGAZIONISMO O RIDUZIONISMO
http://www.lavoroculturale.org/negazionismo/


GLI ABUSI DELLA MEMORIA
https://www.doppiozero.com/materiali/gli-abusi-della-memoria

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