La scuola di Atene

La scuola di Atene

SCUOLA

LEGGE 107/2014. LA "BUONA SCUOLA"
http://www.tecnicadellascuola.it/images/01allegati/normativa/07luglio2015/107_legge_13-07-15_buonascuola_GU.pdf

Funzioni degli organi collegiali
1) http://www.edscuola.it/archivio/norme/decreti/tu02.html
2) http://www.orizzontescuola.it/guida/organi-collegiali-quali-nuove-competenze-dopo-riforma-dal-collegio-al-consiglio-distituto-pass/
3) http://www.orizzontescuola.it/guida/dirigente-scolastico-e-organi-collegiali-chi-deve-fare-cosa-dopo-riforma/

Scuola, docenti, merito
http://temi.repubblica.it/micromega-online/e-cosi-necessario-premiare-il-merito-dei-docenti/

Organico dell'autonomia. Circolare MIUR
http://www.istruzione.it/allegati/2016/prot2852_16.pdf

Valutazione
http://www.edscuola.it/archivio/comprensivi/VALUTAZIONE.pdf

Valutazione autentica
http://www.apprendimentocooperativo.it/Il-coop-learning/approfondimenti/La-valutazione-autentica-e-quella-tradizionale/ca_15957.html

Dossier: valutare le competenze
http://www.icsboviocolletta.gov.it/public/files/scuolaedidattica-Dossier.pdf

Esempi di prove autentiche/ prove di prestazione
http://www.apprendimentocooperativo.it/Materiali-prodotti/secondaria-secondo-grado/Unita-su-Ludovico-Ariosto/ca_5952.html

Merito e demerito. Sul bonus agli insegnanti
http://www.laletteraturaenoi.it/index.php/scuola_e_noi/520-merito-e-demerito.html

La scuola delle competenze
http://www.retescuole.net/rassegna-stampa/e-le-competenze-non-servono-a-niente-mini-dossier

Questione di mentalità
http://www.retescuole.net/senza-categoria/baricco-renzi-e-la-cultura-della-cattiveria

Proposte per una didattica della Letteratura
https://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2015/02/23/vivalascuola-190/

Elogio dell'interdisciplinarità ( E. Morin)
http://letterainternazionale.it/wp-content/uploads/2015/04/grass_68.pd



Docenti youtuber?
http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/08/01/news/scuola-per-l-assunzione-e-richiesto-il-video-provino-1.279237

Il "bipensiero" del MIUR
http://www.flcgil.it/rassegna-stampa/nazionale/il-bipensiero-del-miur.flc

J. Hillman: lettera agli insegnanti italiani
http://www.edscuola.it/archivio/ped/hillman.htm

Il fallimento della scuola digitale
http://www.corriere.it/scuola/medie/16_settembre_06/scuola-digitale-disastro-francia-monta-fronte-no-6bb7c7b2-7438-11e6-b267-7b6340139127.shtml

PIANO PER LA FORMAZIONE DEI DOCENTI 2016-2019
http://www.istruzione.it/allegati/2016/Piano_Formazione_3ott.pdf

SINTESI PIANO FORMAZIONE DOCENTI
http://www.slideshare.net/miursocial/piano-per-la-formazione-dei-docenti-il-documento?next_slideshow=1

Le buone intenzioni e le criticità del piano per la formazione dei docenti
http://www.orizzontescuola.it/formazione-docenti/

L'insostenibile inanità della retorica del MIUR
http://www.laletteraturaenoi.it/index.php/scuola_e_noi/566-dialogo-sopra-i-miseri-sistemi,-ovvero-dell-aggiornamento-dei-docenti.html

La scuola e i suoi compiti
La scuola non deve essere un luogo di negoziazione di interessi privati, ma un laboratorio di democrazia, in cui la cultura non può essere separata dalla vita. È il luogo in cui si impara ad avere in comune un linguaggio, a partire da letture, esercizi, cose anche noiose ma che servono anche solo per essere qualcosa che possiamo condividere: e questo non può essere ignorato in ogni discussione sui programmi, sul canone e su cosa insegnare e perché. Quello che si fa scuola va fatto insieme e, serve, dice Lorenzoni, “a prestarci gli occhi l’uno l’altro”, diventa “uno specchio per una mente che sta cercando che cosa fare”. 
(Enrico Manera)

Salviamo la scuola dalle ossessioni normative
Al di là dei corposi interessi economici che si stagliano dietro ogni discorso sulle TIC, delle risorse necessarie all’acquisto, manutenzione e aggiornamento dei dispositivi informatici, fattori che rischiano di accentuare le già pesantissime diseguaglianze che caratterizzano la scuola repubblicana, le ricerche sul rapporto tra strumentazione informatica e apprendimento non consentono di evidenziare alcun apporto significativo delle prime sul secondo. Roberto Casati ha mostrato, a mio avviso persuasivamente, come il libro cartaceo costituisca il «formato cognitivo perfetto» (Casati, 2013) proprio per l’assenza di interferenze alla memorizzazione e l’interdipendenza tra il nostro pensiero e l’oggetto libro («i libri occupano spazio, e lo spazio è un buon modo di gestire la memoria»). La stessa etichetta di “nativi digitali” non ha solide evidenze empiriche a supporto: non un’intelligenza o forma di conoscenza specifica, ma una mera competenza pratica. 
Ha ragione Scotto di Luzio (2015), recentemente intervenuto su tale tema: assistiamo alla reiterazione acritica di una nuova credenza, vera e propria narrazione mitopoietica (o più semplicemente ideologica) che di fronte alle durezze dell’insuccesso scolastico attribuisce alla tecnologia una funzione salvifica e consolatoria. Michael Trucano specialista ICT Education and social sector per la Banca Mondiale, esponente di punta del progetto InfoDev, fondo fiduciario che si occupa di promuovere la digitalizzazione scolastica nei paesi in via di sviluppo, riassume con un «ne sappiamo ancora troppo poco» lo stato attuale delle conoscenze circa l’applicazione di tecnologia nei sistemi d’istruzione. È bene chiarirsi. Il problema non è stabilire se la tecnologia sia buona o cattiva. L’alternativa non è tra neoluddismo e colonizzazione tecnologica. Piuttosto è necessario analizzare se e come la tecnologia aiuti, migliori, potenzi i processi di apprendimento oppure se essa non costituisca un ostacolo verso la formazione di quelle abilità trasversali che devono essere sviluppate attraverso azioni didattiche più tradizionali, soprattutto nella scuola dell’obbligo.
(...)
Raccogliere la sfida di un’ecologia dei media significa anche e soprattutto resistere a forme di colonialismo digitale che invadono lo spazio scolastico nell’acritica assunzione che le nuove tecnologie in genere rappresentino un’innovazione cognitiva epocale. (Vincenzo Sorella) 
http://www.doppiozero.com/materiali/sala-insegnanti/salviamo-la-scuola-dalle-ossessioni-normative

Diego Fusaro: in difesa della scuola


L'eredità di Don Milani 

Tornare a don Milani, a "Lettera a una professoressa" e ai ragazzi di Barbiana ha un senso niente affatto nostalgico. Ben poco di affascinante c’è nella figura di un prete, burbero e autoritario, borghese e anti intellettuale, profondamente critico nei confronti della scuola pubblica. Ma non si tratta di questo. Nessuno oggi vuole fare l’errore di chi salì a Barbiana nel 1967 con la "Lettera ai giudici" in una mano e Herbert Marcuse nell’altra, sperando di trovare un guru, inventandosi di averlo trovato. Scoprendo in "Lettera a una professoressa" il viatico per la rivoluzione.

Bisogna rileggere "Lettera a una professoressa" a partire dalle proprie domande e dalle proprie esperienze, inserendola però all’interno di un contesto troppo spesso messo in ombra, da una lettura miope della figura di don Milani, essendo la sua eredità assolutamente non mediata dalla sua voce, ma solo da quella dei suoi eredi. Don Milani è morto infatti a 44 anni nel giugno del 1967, un mese dopo l’uscita del volume, alla fine di una lunga e dolorosissima malattia.

Si tratta, come suggerisce don Luis Corzo, di riprendere in mano "Lettera a una professoressa" e collocarla nel tempo, e poi rileggerla partendo dalla propria esperienza personale: “Far ricorso alla propria esperienza leggendo la sua, avvicinarsi a essa con le risposte e le domande che già ci incombono dentro, decisi a confrontare con lui le nostre ragioni più autentiche e profonde, quelle che cerchiamo in lui. Tali ragioni non sono né idee né consegne intransigenti, ma crivelli, filtri per l’azione, punti di vista e, in definitiva, libere opzioni. 


Crivelli, filtri per l’azione, punti di vista e, in definitiva, libere opzioni. Come ha scritto Gianni Rodari: “Tutti gli usi della parola a tutti. Mi sembra un buon motto, dal bel suono democratico. Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo”.
(Vanessa Roghi)
http://www.internazionale.it/opinione/vanessa-roghi/2017/04/16/lettera-a-una-professoressa





La qualità dell’insegnamento (che si dovrebbe misurare sulla qualità degli apprendimenti) non è direttamente proporzionale alla durata degli studi dell’insegnante, né alla quantità di conoscenze disciplinari acquisite.
(Simone Giusti)
http://www.lavoroculturale.org/insegnamento-modelli-didattici/

RENZI, LA SCUOLA, IL CAMBIAMENTO. l'INSOSTENIBILE OSSESSIONE DEL FARE.
http://www.gildacentrostudi.it/news/dettaglio.php?id=63


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